I fili di cotone che inondano i miei quadri sono staccati dalla tela di qualche centimetro e hanno un duplice scopo: velare la superficie della tela stessa per nasconderne una porzione e creare ombre. Il gioco psicologico che intendo portare all'attenzione dello spettatore è basato su questo duplice aspetto di vedo e non vedo, come se tenessi volutamente socchiusa una porta, nascondendo un qualcosa che può essere svelato solo dal quadro stesso. Il monocromo o il bicromo accentua poi questa ricerca perchè il colore provoca sempre una reazione psicologica in chi guarda un mio lavoro. Come la nostra psiche è formata da più strati che ci rendono quello che siamo, anche le mie Tessiture sono una stratificazione di materia e di sensazioni che si compenetrano vicendevolmente. Ma c'è di più perchè le ombre che si generano sulla superficie della tela e che quindi diventano parte integrante del dipinto, creano una sorta di vibrazione che cambia il mio lavoro durante le ore del giorno sia esso esposto alla luce naturale che a quella artificiale di un faretto. Il Maestro Lucio Fontana tagliava o bucava la tela per farci entrare nel mistero dei suoi dipinti ( o di noi stessi ) io, invece, creo una tela sopra l'altra. La base della partenza è simile, il risultato un'inedita visione della terza dimensione.